mercoledì 24 febbraio 2016

domenica 23 febbraio 2014

ITALOTROPP

Leggo e riporto.
1. Al Festival della canzone di Vina del Mar, Cile, Ally (Alice Pigozzi per l’anagrafe) rappresenta l’Italia con il brano “Italopop”.
Dal canale Youtube: “prerogativa dei brani di Ally sono le ricercate sonorità elettro-pop mischiate ai classici suoni mediterranei e dagli attenti e curati testi”.
Da un quotidiano locale: “una canzone che gioca con l’ironia su un tema delicato come la multiculturalità e l’integrazione. Sushi all’amatriciana / la moschea in Val Padana / pizza col tandoori / belpaese punto it”.
Ho fatto un fioretto e ho alzato il volume.
Ora, a parte l’attacco di chitarra rubato a Summertime blues, il resto è una conferma: se rappresenta l’Italia, io voglio essere marziano.


2. Intervistato non ricordo da chi, Mauro Pagani (direttore artistico di Sanremo, ex PFM, ex collaboratore di De Andrè padre, sostanzialmente un musicista vero, e intelligente) dice “l’Italia è un posto dove alla gente di musica non frega niente. Basta guardare i dati: i locali dove si esibiscono le tribute band sono pieni, in quelli che fanno musica nuova non c’è nessuno”.
Ahò, paganuccio bbello, e te ne accorgi dal festival di Sanscemo? Ma dire qualcosa i restanti 360 giorni per, ad esempio, demolire quelle fabbriche di demenza musicale che sono i talent? No?
Il direttore artistico del festival che dice “io non faccio il televisivo… continuiamo a fabbricare carne da spettacolo che viene consumata e usata”, bè, a me fa sorgere la domanda - Che stai a fare lì?
Pagani, fai ammodo, pentiti: sarai mondo se monderai lo mondo, come diceva quel tale, e comunque non prestare a qualche imbesuito festivaliero quella vecchia Fender che hai nella tua collezione e che una volta mi apparteneva.

3. E’ morto Francesco Di Giacomo, già cantante del Banco del Mutuo Soccorso. Un incidente stradale ha portato via una delle voci più interessanti del nostro panorama. Da ascoltare, e rimpiangere.

lunedì 20 gennaio 2014

Addio Abbado

Claudio Abbado se ne è andato. Non è che ci sia molto da dire: sarà un silenzio pesante, quello dovuto alla sua assenza.

venerdì 27 dicembre 2013

DELLA SERIE: EVITATELI!

Per lui, che odia il 18 (l’articolo) e ama l’8 (euro lordi all’ora, quel che paga ai suoi dipendenti), che non sopporta chi porta il giubb8 perché gli tocca far perquisire i dipendenti (sempre quelli a 8 euro l’ora, lordi) per vedere se si portano a casa una scamorza dalla cucina, per questo facci8 da federale felice che sembra festeggi la marcia su Roma, per egli si potrebbe coniare l’espressione EVITEATALY.
Ma la sostanza non cambia.



martedì 24 dicembre 2013

domenica 22 dicembre 2013

NO, GRAZIE, SON GIA’ RICCO DI MIO.

Da “Repubblica”:
Uno shopping natalizio indimenticabile per i clienti del supermercato Walmart di Tewksbury, una piccola città del Massachusetts a venti chilometri da Boston. Venerdì sera tra gli scaffali e con tanto di carrello ha fatto la sua apparizione la pop star Beyoncé Knowels. La diva ha acquistato qualche giocattolo per la sua bambina e una copia del suo nuovo album. Ai microfoni del supermercato ha poi annunciato un regalo per tutti i presenti: un buono spesa da 50 dollari.  Gli scatti dell'insolita trovata promozionale sono stati pubblicati sul suo profilo Facebook. 
Repubblica - Foto - USA Sorpresa al supermarket: c'é Beyoncé

 Un buono spesa? Ma perché?

Non basta vedere la tua faccia e sentire la tua “musica” morta e priva di senso?
Non basta ciucciarsi la pantomima della star che si mescola con la gente comune e fa la spesa al supermercato spingendo il carrello, comprando i giocattolini da due soldi di Walmart, che tenera, che democratica?

No, adesso anche l’elemosina?
50 dollari di buono spesa, perché? Cosa spinge una stronza ricca e detestabile a fare così?
Ha bisogno d’amore? Le è mancato l’affetto, da piccola?

Che schifo. E che occasione sarebbe per scriverci una canzone, fosse ancora in giro Zappa…
Il titolo lo fornirei io: Ship the fifty to your deep south, baby.

sabato 14 dicembre 2013

TALENT SNOB, TALENT STOP

Sul Fatto Quotidiano del 14 dicembre Andrea Scanzi scrive un articolo su X-factor.
Successo a prova di snob”, titola, tessendo sostanzialmente le lodi di un prodotto (format!) popolare e appuntando lo scritto di osservazioni interessanti.
Per dirne un paio, “demonizzarlo non ha senso: è certo sbagliato che sia l’unica forma per emergere, ma proprio per questo suona masochistico stroncarla a prescindere”; oppure “è intrattenimento puro. Riuscito e ben fatto. Un prodotto ben confezionato… anche i difetti… contribuiscono a rafforzare la partecipazione dello spettatore, che tifa, si emoziona e si arrabbia”.
Non so se Scanzi (che generalmente apprezzo molto) quando scriveva sul Mucchio Selvaggio avrebbe affermato le stesse cose, ma a parte questo trovo che manchi del tutto la considerazione di una “terza via”, o third stream per rimanere in tema musicale: uno né snob né coatto può dire che X-factor è brutto?
Ma mica perché è da demonizzare, macché: è che come spettacolo fa proprio venire due cosi così.
E’ una pizza, e lo sarebbe anche con musica di altro livello.
Se non stai lì con una mano ai social network per twittare, scrivere su Fb, o al limite mandare sms, che fai nei tempi morti?
Che fai durante pubblicità, sproloqui dei giurati, sproloqui del presentatore, siparietti, scene del back-stage, immagini dei papà immagonati?
Che fai se vuoi soltanto ascoltare qualche giovanotto/ragazzina che canta, visto che quella è “l’unica forma per emergere”?
Ti rompi i coglioni, ça va sans dire. Io trovo persino Sanremo più veloce e “musicale”.

Altro discorso se la buttiamo sulla contemporaneità, sulle fasce d’età, sull’interazione in tempo reale con i social e la rete.
Però qui siamo distanti da ogni “sostanza” musicale: c’è poca polpa, insomma, perché la polpa vera sta da un’altra parte. E sta nell’idea di emergere rapidamente, con gli enormi mezzi tecnologici/massmediologici a disposizione oggi, con la possibilità di propagare la propria fama alla velocità di un virus a prescindere dalle idee, dall’esperienza, dall’anima.
Insomma, solo se diamo per scontato che “successo e fama” equivalgono a “buona musica” allora sì, siamo in un talent show.

Ma, nel deprecabile caso, io continuerò ad annoiarmi lo stesso.